Dramma in quattro atti di Paul Claudel, rappresentato nel
1912 al Théâtre de l'Oeuvre di Parigi e pubblicato nello stesso
anno. La vicenda si svolge nel XV sec. Ne è protagonista Violaine
promessa in sposa a Jacques Hury dal padre, partito per la Crociata. La donna
incontra un mistico costruttore di chiese ammalato di lebbra, Pierre de Craon,
innamoratosi ardentemente di lei, e gli concede un bacio d'addio. Il gesto le fa
contrarre la malattia. Rinnegata dalla famiglia, abbandonata dal fidanzato che
sposa la sorella Mara, Violaine si ritira nella foresta per votarsi interamente
a Dio. Quando Mara perde la bambina nata dal suo matrimonio, ne porta il
cadavere a Violaine. Questa, stringe tra le braccia il corpo esanime della
nipote e miracolosamente la fa rivivere. Mara, gelosa della santità della
sorella, tenta allora di uccidere Violaine sotterrandola viva sotto la sabbia.
Sopraggiunge però Pierre de Craon, che la salva e le consente di rivelare
a Jacques la sua innocenza prima di morire. L'opera è un dramma mistico,
nel quale l'autore si propone di mostrare come l'equilibrio, sconvolto
dall'emergere delle passioni umane, possa essere ristabilito attraverso il
sacrificio volontario di un'anima predestinata.